lunedì 9 gennaio 2017

ALBUM #2




Abitare la Soffitta dell'Infanzia in questo tempo per me è stata una vera e propria scoperta, uno spazio che piano piano ha iniziato a muoversi dentro di me e ha creato un tempo nuovo. All'inizio c'è stato uno schiudersi lento, condividere i ricordi con gli altri muoveva parti di me che erano presenti ma avvolte come in un nido profondo. Qualcosa di forte è affiorato durante l'incontro in cui ci siamo bendati e con l'ombra abbiamo ascoltato i ricordi degli altri che arrivavano. Ho sentito tutto come se fossi lì, nel ricordo, e ho avuto un'immagine sempre più chiara in testa, quella di un seme che veniva piantato nella terra umida e germinava. Via via che gli incontri proseguivano questo seme si è diramato ed è cresciuto, sfociando verso l'esterno e dando origine a tante piccole radici diverse, un tessuto nuovo ed in continua mutazione. Per me la Soffitta è stata questo, creare un tessuto comune nuovo, in uno spazio condiviso, la cui radice comune erano i ricordi di infanzia, ancorati nel profondo di noi. La cosa più bella è che si è venuta a creare, a partire dalle singole persone, una creatura nuova, che mi ha fatta spostare dalla posizione di partenza, in cui mi sentivo presa dal mio ricordare ma non sapevo cosa ne sarebbe nato. Questo è accaduto proprio per la condivisione ed il creare insieme queste nuove radici.
Ho vissuto la Soffitta come un nido accogliente, di nascita, di cura di quello che siamo ed eravamo, di conoscenza dell'altro tramite lo scambio. Non ho sentito giudizio e questa per me è stata una liberazione bellissima. Ho ritrovato una parte bambina che mi diceva: "Vedi? Questa sei tu, insieme a tutti gli altri". 
Elena 

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